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Vivere la Quaresima cercando Dio

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  Vivere la Quaresima cercando Dio La Quaresima è un periodo di riflessione, penitenza e preparazione spirituale per i cristiani in vista della celebrazione della Pasqua, il culmine della fede in Gesù Cristo. È un momento in cui i fedeli sono chiamati a guardare dentro di sé, a rafforzare il legame con Dio attraverso la preghiera, il digiuno e la carità, a migliorare le proprie relazioni. Recentemente, in merito al periodo quaresimale, sui social stanno circolando diverse proposte che suggeriscono un approccio centrato più sulle relazioni umane e con una riduzione dell’accento sulla preghiera e sul digiuno quaresimale. Indubbiamente, l'invito a concentrarsi sulle relazioni umane e sulla cura delle persone più deboli riflette la pastorale di diversi ecclesiastici. Se questa prospettiva offre un richiamo all’essenza stessa del messaggio evangelico, che sottolinea l’amore e la cura per il prossimo come cardini della vita cristiana, dall’altro lato questa prospettiva enfatizzata all

928 anni si svolse il Concilio di Clermont con papa Urbano II

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  Tra qualche settimana ricorreranno i 928 anni dal Concilio di Clermont: in quell’occasione l’appello di papa Urbano II che indisse la Prima crociata per liberare i luoghi santi, fu accolto anche a Vidor, e da questo paese partirono per Gerusalemme novanta crociati al comando del conte Giovanni Gravone. Il Concilio di Clermont: u n m omento c ruciale per la c ristianità e l'Occidente Il Concilio di Clermont, svoltosi dal 18 al 28 novembre 1095 presso Clermont, nella contea dell'Alvernia, è un evento di importanza fondamentale nella storia della Chiesa cattolica e dell'Occidente. Convocato da papa Urbano II, questo sinodo riunì ecclesiastici e laici per discutere questioni di grande rilevanza, ma è principalmente noto per il momento cruciale che ebbe un impatto duraturo sulla storia del cristianesimo e dell'Europa.  Il contesto storico del Concilio di Clermont è di estrema importanza. Il mondo occidentale stava attraversando un periodo di tumulto e inc

15 agosto 1096: da Vidor partono novanta crociati per liberare Gerusalemme

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Nel freddo novembre del 1095, nella città di Clermont, un evento storico avrebbe scritto una delle pagine più significative della storia medievale: papa Urbano II fece un appello ai cristiani per unirsi nella Prima crociata. L’obiettivo era ambizioso e nobile: liberare la città di Gerusalemme e i luoghi santi dal dominio dei turchi, i quali commettevano orribili violenze sui pellegrini cristiani. Quella chiamata avrebbe segnato l’inizio di un’impresa epica e coraggiosa che avrebbe coinvolto fedeli provenienti da diverse regioni d'Europa.  Papa Urbano II tenne un appassionato discorso di fronte a un vasto pubblico, invocando l’unità e l’ardore dei cristiani per difendere la fede e liberare la Terra Santa. Fu un momento di grande carisma e la folla rispose con entusiasmo, giurando di prendere parte a questa causa santa.  Fu deciso che la partenza dei crociati per la Terra Santa sarebbe stata fissata per il 15 agosto del 1096, festa dell'Assunzione di Maria in cielo,

La Prima crociata: una lotta per la liberazione dei Luoghi Santi

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La Prima crociata, avvenuta nell’XI secolo, è spesso oggetto di interpretazioni errate e stereotipate riguardo alle motivazioni dei crociati. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i crociati non partirono per la Terra Santa animati da una brama di conquista territoriale, ma piuttosto dalla volontà di liberare i luoghi santi dal dominio oppressivo dei turchi. L’intento dei crociati era proteggere i pellegrini e porre fine alle stragi di persone inermi che si verificavano nella regione.  Per comprendere appieno le motivazioni dei crociati, è importante considerare il contesto storico dell’epoca. All’epoca della Prima crociata, la Terra Santa era controllata dai turchi selgiuchidi, che avevano istituito un regime oppressivo che minacciava sia i cristiani locali che i pellegrini provenienti dall’Europa. I turchi non solo ostacolavano i pellegrinaggi verso i luoghi sacri del cristianesimo, ma spesso commettevano atti di violenza e saccheggio contro i fedeli inermi. Uno degli obiettiv

Giosuè Ferracin, I crociati di Vidor

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  Due amici, un vecchio quadernetto e la storia di novanta crociati partiti da un piccolo borgo vicino al Piave, sono questi i punti principali del racconto “I crociati di Vidor”. A chi da tempo vive nel nostro paese, non giunge nuova la storia del conte Giovanni Gravone, il quale partì alla volta di Gerusalemme facendo ritorno con i resti mortali di Santa Bona. Chi invece si appresta a sentirla per la prima volta ne rimane affascinato. Nel caso di Carlo Silvano, tanto da decidere di scriverne un racconto. Un testo alla portata di tutti che riesce a descrivere le motivazioni e le vicende che vedevano protagonisti i crociati del tempo durante la loro missione in Terra Santa.   Com’è nato il racconto dedicato ai crociati vidoresi?    Ai primi di novembre dello scorso anno, con mia moglie, ho avuto modo di partecipare ad una Santa Messa nell’Abbazia di Santa Bona. Al termine della funzione il proprietario, Giulio Da Sacco, ci ha fatto da guida nel chiostro dell’abbazia dandoc

Chiara Marcon intervista Carlo Silvano

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Nato a Cercola (Napoli), per molti anni Carlo Silvano ha vissuto nel comune vesuviano di Pollena Trocchia; nel 1999 si è trasferito a Treviso e dal 2005 risiede a Villorba con la moglie e i tre figli. A maggio 2012 è tornato in libreria il suo romanzo intitolato “Il boiaro” ambientato in Russia al tempo dell’ultimo zar. Con le Edizioni del noce ha pubblicato libri che riguardano l’emigrazione, il carcere, il mobbing e la massoneria. Nella piattaforma digitale di YouCanPrint sono disponibili diverse pubblicazioni come il romanzo “L’onda azzurra. Viaggio nel mondo di Crio” e la raccolta di racconti “Il bambino e l’avvoltoio”. È fondatore e presidente dell’Associazione culturale “Nizza italiana”. Nella nostra intervista, ci racconta il suo nuovo romanzo, “Una ragazza da amare”, ambientato in un liceo partenopeo, dove la vita e non solo di un gruppo di ragazzi si incontra e si scontra con la realtà di tutti i giorni, con un linguaggio semplice e delicato, Carlo, affronta tanti

Papa Urbano II e la Prima crociata

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  La prima crociata fu un evento significativo nella storia europea. L’appello di papa Urbano II a liberare Gerusalemme dai turchi, che vi compivano orribili massacri contro i cristiani, suscitò in tanti europei il fervente desiderio di prendere le armi e di intraprendere un pericoloso viaggio verso la Terra Santa. Sebbene le ragioni delle crociate possano essere state diverse, il ruolo della fede e della spiritualità nella vita dei crociati era preminente. In questo articolo esploreremo la fede e la spiritualità dei soldati europei che partirono per la Prima crociata. L'appello di papa Urbano II Nel 1095, papa Urbano II lanciò un appassionato appello ai fedeli affinché prendessero le armi e combattessero per la liberazione di Gerusalemme. Parlò delle atrocità commesse contro gli abitanti cristiani della Città Santa ed esortò il popolo a prendere la croce e a difendere la propria fede. Le parole del Papa colpirono la gente e la risposta fu travolgente. Uomini di ogni età e class