15 agosto 1096: da Vidor partono novanta crociati per liberare Gerusalemme

Nel freddo novembre del 1095, nella città di Clermont, un evento storico avrebbe scritto una delle pagine più significative della storia medievale: papa Urbano II fece un appello ai cristiani per unirsi nella Prima crociata. L’obiettivo era ambizioso e nobile: liberare la città di Gerusalemme e i luoghi santi dal dominio dei turchi, i quali commettevano orribili violenze sui pellegrini cristiani. Quella chiamata avrebbe segnato l’inizio di un’impresa epica e coraggiosa che avrebbe coinvolto fedeli provenienti da diverse regioni d'Europa. 

Papa Urbano II tenne un appassionato discorso di fronte a un vasto pubblico, invocando l’unità e l’ardore dei cristiani per difendere la fede e liberare la Terra Santa. Fu un momento di grande carisma e la folla rispose con entusiasmo, giurando di prendere parte a questa causa santa. 

Fu deciso che la partenza dei crociati per la Terra Santa sarebbe stata fissata per il 15 agosto del 1096, festa dell'Assunzione di Maria in cielo, un giorno carico di significato religioso per i fedeli. Questa data sarebbe stata un simbolo di speranza e unione per i partecipanti alla Prima Crociata. 

In quella fase storica, un piccolo borgo veneto di nome Vidor, situato nella Marca trevigiana, avrebbe avuto un ruolo significativo nell’adesione all'appello del papa Urbano II. Novanta coraggiosi crociati, guidati dal conte Giovanni Gravone, si unirono all’impresa con grande determinazione. Persone provenienti da questo modesto borgo italiano avrebbero contribuito a scrivere una pagina importante nella storia delle crociate. 

La partenza di questi novanta crociati da Vidor fu un momento di profondo commiato e speranza. Le loro famiglie, i loro amici e tutti i concittadini li salutarono con orgoglio e preghiere, chiedendo a Dio di proteggerli durante il pericoloso viaggio verso la Terra Santa. 

Dopo mesi di difficili battaglie in Terra Santa, durante le quali dimostrarono un coraggio straordinario e un’indomabile fede, i crociati di Vidor parteciparono al raggiungimento dell’obiettivo della Prima Crociata: la liberazione di Gerusalemme. Tornarono a Vidor come eroi e portando anche un prezioso tesoro: i resti mortali di santa Bona. 

Santa Bona divenne, quindi, un simbolo di questa impresa militare e di unione religiosa. Fu un ricordo tangibile dei sacrifici fatti dai crociati di Vidor e di tutti coloro che avevano partecipato alla liberazione della Terra Santa. La sua presenza a Vidor sarebbe stata una fonte di ispirazione e venerazione per le generazioni a venire. 

Il conte Giovanni Gravone, forse per commemorare degnamente l'impresa militare e la preziosa reliquia di santa Bona, decise di donare il terreno per l'edificazione dell'abbazia benedettina di santa Bona a Vidor. Questa abbazia sarebbe diventata un luogo sacro di riflessione e preghiera, testimone silenzioso della fede e del coraggio dei novanta crociati di Vidor. 

Il 15 agosto è una data speciale anche per la comunità di Vidor, chiamata a ricordare i propri eroi che parteciparono alla liberazione di Gerusalemme, con un giorno dedicato a onorare quei valorosi crociati che partirono secoli fa, rispondendo all’appello del papa Urbano II. La storia di quei novanta uomini di Vidor è parte integrante del patrimonio culturale e religioso del borgo e della regione circostante. Essi hanno dimostrato come la fede, la solidarietà e l’impegno possano spingere le persone a compiere imprese straordinarie, con la speranza di rendere il mondo un luogo migliore.

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