I crociati di Vidor

È il 2 novembre del 2022 e dopo aver partecipato ad una santa Messa celebrata secondo il Rito Romano Antico nell’abbazia di Santa Bona a Vidor, in provincia di Treviso, due amici si recano all’osteria “Emilia”. Durante la cena i due amici parlano della fondazione dell’abbazia,costruita nel 1106-1107 su disposizione del conte Giovanni Gravone, il quale insieme a circa novanta armati di Vidor aveva partecipato alla Prima crociata svoltasi tra il 1096 e il 1099.

Tornando dalla Terra Santa, il conte Giovanni portava con sé i resti mortali di una principessa egiziana, di nome Bona, e che il popolo, soprattutto a Treviso, aveva accolto come santa anche se non era mai stata così riconosciuta come tale dalle autorità ecclesiastiche. In seguito al suo rientro dalla crociata, il conte Giovanni Gravone aveva concordato con i monaci benedettini dell’abbazia di Pomposa, una donazione affinché i religiosi si adoperassero per costruire a Vidor un’abbazia, cosa che avvenne, appunto, tra il 1106 e il 1107 e da qui i benedettini rimasero a Vidor fino al 1773-1774, quando l’abbazia fu confiscata dalle autorità delle Repubblica di Venezia e venduta ad un privato tramite un’asta.

Durante la cena nella loro conversazione i due amici parlano di un giovinetto, di nome Enrico, che all’osteria di Vidor ascolta alcuni uomini d’armi parlare dell’appello che l’allora papa Urbano II rivolse ai cristiani affinché organizzassero una spedizione armata a Gerusalemme e nei luoghi santi per liberarli dai musulmani che lì commettevano indicibili violenze nei confronti dei cristiani che si recavano anche come pellegrini.

Animato da profondi sentimenti di fede e di giustizia, Enrico chiede al conte Giovanni di portarlo con sé in Terrasanta. Il conte è perplesso (“Ora sei pieno di coraggio, ma come ti comporterai quando sentirai le grida di guerra dei turchi? Meglio avere un fedele servo a Vidor, che un pauroso scudiero sotto le mura di Gerusalemme”). Enrico convince il conte Giovanni a portarlo con sé e la compagnia dei novanta armati si muove da Vidor per arrivare a Venezia e da lì imbarcarsi per Costantinopoli. Durante il viaggio per mare Enrico ha modo di parlare col saggio Martino sul cibo che un soldato dovrebbe mangiare per essere sempre pronto a combattere e sul desiderio di papa Urbano di ricucire lo scisma del 1054.

Dopo la tappa di Costantinopoli, i crociati affrontano di nuovo il mare per recarsi in Terra Santa. Prime battaglie. Assedio e occupazione di Gerusalemme. Il conte Giovanni Gravone ottiene le spoglie della principessa Bona. Rientro a Vidor.

Enrico partecipa alla costruzione dell’abbazia di Vidor e per la sua fede viene accolto come novizio. Impara a leggere e a scrivere e l’abate gli chiede di mettere su carta le sue memorie.

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