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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

La Prima crociata: una lotta per la liberazione dei Luoghi Santi

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La Prima crociata, avvenuta nell’XI secolo, è spesso oggetto di interpretazioni errate e stereotipate riguardo alle motivazioni dei crociati. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i crociati non partirono per la Terra Santa animati da una brama di conquista territoriale, ma piuttosto dalla volontà di liberare i luoghi santi dal dominio oppressivo dei turchi. L’intento dei crociati era proteggere i pellegrini e porre fine alle stragi di persone inermi che si verificavano nella regione.  Per comprendere appieno le motivazioni dei crociati, è importante considerare il contesto storico dell’epoca. All’epoca della Prima crociata, la Terra Santa era controllata dai turchi selgiuchidi, che avevano istituito un regime oppressivo che minacciava sia i cristiani locali che i pellegrini provenienti dall’Europa. I turchi non solo ostacolavano i pellegrinaggi verso i luoghi sacri del cristianesimo, ma spesso commettevano atti di violenza e saccheggio contro i fedeli inermi. Uno degli obiettiv

Giosuè Ferracin, I crociati di Vidor

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  Due amici, un vecchio quadernetto e la storia di novanta crociati partiti da un piccolo borgo vicino al Piave, sono questi i punti principali del racconto “I crociati di Vidor”. A chi da tempo vive nel nostro paese, non giunge nuova la storia del conte Giovanni Gravone, il quale partì alla volta di Gerusalemme facendo ritorno con i resti mortali di Santa Bona. Chi invece si appresta a sentirla per la prima volta ne rimane affascinato. Nel caso di Carlo Silvano, tanto da decidere di scriverne un racconto. Un testo alla portata di tutti che riesce a descrivere le motivazioni e le vicende che vedevano protagonisti i crociati del tempo durante la loro missione in Terra Santa.   Com’è nato il racconto dedicato ai crociati vidoresi?    Ai primi di novembre dello scorso anno, con mia moglie, ho avuto modo di partecipare ad una Santa Messa nell’Abbazia di Santa Bona. Al termine della funzione il proprietario, Giulio Da Sacco, ci ha fatto da guida nel chiostro dell’abbazia dandoc

Chiara Marcon intervista Carlo Silvano

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Nato a Cercola (Napoli), per molti anni Carlo Silvano ha vissuto nel comune vesuviano di Pollena Trocchia; nel 1999 si è trasferito a Treviso e dal 2005 risiede a Villorba con la moglie e i tre figli. A maggio 2012 è tornato in libreria il suo romanzo intitolato “Il boiaro” ambientato in Russia al tempo dell’ultimo zar. Con le Edizioni del noce ha pubblicato libri che riguardano l’emigrazione, il carcere, il mobbing e la massoneria. Nella piattaforma digitale di YouCanPrint sono disponibili diverse pubblicazioni come il romanzo “L’onda azzurra. Viaggio nel mondo di Crio” e la raccolta di racconti “Il bambino e l’avvoltoio”. È fondatore e presidente dell’Associazione culturale “Nizza italiana”. Nella nostra intervista, ci racconta il suo nuovo romanzo, “Una ragazza da amare”, ambientato in un liceo partenopeo, dove la vita e non solo di un gruppo di ragazzi si incontra e si scontra con la realtà di tutti i giorni, con un linguaggio semplice e delicato, Carlo, affronta tanti

Papa Urbano II e la Prima crociata

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  La prima crociata fu un evento significativo nella storia europea. L’appello di papa Urbano II a liberare Gerusalemme dai turchi, che vi compivano orribili massacri contro i cristiani, suscitò in tanti europei il fervente desiderio di prendere le armi e di intraprendere un pericoloso viaggio verso la Terra Santa. Sebbene le ragioni delle crociate possano essere state diverse, il ruolo della fede e della spiritualità nella vita dei crociati era preminente. In questo articolo esploreremo la fede e la spiritualità dei soldati europei che partirono per la Prima crociata. L'appello di papa Urbano II Nel 1095, papa Urbano II lanciò un appassionato appello ai fedeli affinché prendessero le armi e combattessero per la liberazione di Gerusalemme. Parlò delle atrocità commesse contro gli abitanti cristiani della Città Santa ed esortò il popolo a prendere la croce e a difendere la propria fede. Le parole del Papa colpirono la gente e la risposta fu travolgente. Uomini di ogni età e class

I militari nel pensiero di Giovanni il Battista

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  Giovanni Battista aveva un pensiero chiaro riguardo al lavoro dei soldati. Nel vangelo di Luca (3,14) si legge: « Anche i soldati lo interrogavano, dicendo: “E noi, che dobbiamo fare?”. Ed egli disse loro: “Non fate violenza a nessuno, non calunniate nessuno, accontentatevi della vostra paga” » . Questo significa che Giovanni Battista non considerava il lavoro di soldato in sé come illecito, ma ammoniva i soldati a non abusare del loro potere, a non estorcere denaro né maltrattare le persone. Questo insegnamento del Battista è importante perché ci ricorda che non tutte le professioni sono automaticamente immorali o contrarie ai valori cristiani. Anche i soldati, che spesso sono visti come la rappresentazione della violenza, possono svolgere un lavoro lecito, a patto che lo facciano con integrità morale. Questo principio morale, però, non significa che ogni azione militare sia automaticamente giustificata. È importante valutare le circostanze specifiche di ogni situazione. Ad esempio,

Preghiera del crociato

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  O Santissima Trinità, Dio Uno e Trino, ascolta la mia preghiera in questo momento di pentimento e dolore. Ho combattuto e ucciso un uomo, un nemico turco, che mi si è presentato davanti come un ostacolo alla mia missione. Ma ora, nel silenzio del mio cuore, sento la compassione e la pietà che mi pervadono, e capisco che ogni uomo è Tuo figlio, creato a Tua immagine e somiglianza. Pertanto, prego per l’anima di quel turco che ho ucciso, Chiedo che Tu possa perdonarlo per ogni peccato commesso durante la sua vita. Concedigli il T uo amore e la T ua misericordia, o Dio clemente , e guidalo sulla via della salvezza, fino a raggiungere il paradiso eterno. Inoltre, chiedo il Tuo perdono per quanto ho fatto, per il dolore che ho inflitto alla sua famiglia e per il peccato che ho commesso. Aiutami a trovare la pace interiore, a liberarmi dal peso del mio crimine, e a trovare il coraggio di fare il bene in futuro, seguendo sempre la tua volontà. O Santissim

I crociati di Vidor, primo capitolo

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I - «Devi salutare qualcuno?», chie­se a voce bassa rivolgendosi all’amico che stava accanto a lui, e l’altro, con lo stesso tono di voce, rispose: - «No, possiamo anche andare», e così dicendo si avviò verso l’usci­ta dell’abbazia. Il coro stava eseguendo l’ultima strofa di un canto gregoriano e il celebrante, con i suoi chierichetti, si era già ritirato in sagrestia. In chiesa c’era un buon numero di fedeli che si apprestavano a reci­tare la preghiera di ringraziamen­to. Stefano e Francesc o si avviaro­no verso l’auto parcheggiata a po­chi metri dal portone della chiesa, su un prato bagnato da una legge­ra pioggia di novembre, ma prima di andare via volsero uno sguardo al campanile. In auto Stefano chiese: - «Vieni spesso in questa abba­zia?». - «No, perché è aperta solo per pochi giorni all’anno… mi sembra a settembre e a marzo, ma stase­ra, in via eccezionale, il proprieta­rio dell’abbazia ha concesso al sa­cerdote di celebrare la Santa Messa in

padre Konrad zu Löwenstein, I crociati di Vidor

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Presentazione Son o felice di poter presentare questo bel racconto ispirato nel corso della sera della festa di tutti i morti, quando, con l’accordo ge­neroso del conte da Sacco, ho po­tuto cantare una santa Messa con coro gregoriano nell’Abbazia di santa Bona a Vidor. Basato sulla crociata che partì dallo stesso paese nell’XI secolo, evoca la vita religiosa e politica dell’epoca in forma di ritratti di vari suoi parte­cipanti, ed allo stesso tempo pre­senta la vera natura delle crocia­te, intraprese da uomini di grande fede, per liberare dall’egemonia violenta dei musulmani la Terra dove il nostro benamato Signore camminava, predicava, soffriva e morì per amor nostro. Che queste pagine illuminino la mente del gentile lettore, gli toc­chi il cuore, e lo avvicini di più a Colui che è “l’unica gioia del desi­dero degli uomini”. padre Konrad zu Löwenstein (missionario della santa Croce)  Per informazioni sul volume cliccare sul collegamento "I crociati di

I crociati di Vidor

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È il 2 novembre del 2022 e dopo aver partecipato ad una santa Messa celebrata secondo il Rito Romano Antico nell’abbazia di Santa Bona a Vidor, in provincia di Treviso, due amici si recano all’osteria “Emilia”. Durante la cena i due amici parlano della fondazione dell’abbazia,costruita nel 1106-1107 su disposizione del conte Giovanni Gravone, il quale insieme a circa novanta armati di Vidor aveva partecipato alla Prima crociata svoltasi tra il 1096 e il 1099. Tornando dalla Terra Santa, il conte Giovanni portava con sé i resti mortali di una principessa egiziana, di nome Bona, e che il popolo, soprattutto a Treviso, aveva accolto come santa anche se non era mai stata così riconosciuta come tale dalle autorità ecclesiastiche. In seguito al suo rientro dalla crociata, il conte Giovanni Gravone aveva concordato con i monaci benedettini dell’abbazia di Pomposa, una donazione affinché i religiosi si adoperassero per costruire a Vidor un’abbazia, cosa che avvenne, appunto, tra i