Mondo di Crio, sinossi a cura di Massimo Valli
L’ONDA
AZZURRA
Sinossi di un
viaggio della mente e del cuore
Nell’ambito
di una terapia intensiva di rianimazione a cui è sottoposto, Marco
(il
protagonista) perde
momentaneamente la percezione del proprio corpo, per ritrovarla
apparentemente dopo pochi, ma interminabili, istanti, grazie
all’influsso di un’onda azzurra, di cui percepisce l’effetto,
pur senza poterla veder arrivare e passare su di lui. Si ritrova in
una spiaggia splendente di bianca sabbia, dove incontra chi lo stava
attendendo per introdurlo in quello che scoprirà essere un cammino
di purificazione fisica ed interiore. Dal fuoco di bivacco dove, è
stato atteso e ha riconosciuto i suoi amici, parte con Sabrina verso
il mondo di Crio, che si può definire un paradiso naturale
“incantato” per la sua bellezza, ma fatto di elementi visivi
(alberi, piante, fiori, frutti) e paesaggistici (montagne, colline,
vallate, costruzioni) molto concreti e ben descritti nelle forme, nei
colori e persino nei profumi. Oltre che un viaggio del corpo (quello
che Marco percepisce) il protagonista compie anche e soprattutto un
viaggio interiore, della mente e dell’anima. Tutti i suoi pensieri,
domande, sentimenti e desideri prendono di volta in volta voce e
trovano risposta in alcuni personaggi che incontra e che gli vengono
presentati in visite già prefissate da Sabrina (una sorta di
Virgilio in questo cammino di Marco): essi, come Marco intuisce,
sembrano sapere già tutto di lui e delle ragioni per cui si trova
là. Il momento culminante è l’esperienza della grotta buia e
silenziosa, fatta con Sabrina, che si intuisce essere allegoria della
morte, soprattutto interiore: la morte, finalmente, di ciò che è
inutile al fine di riscoprire in lui solo ciò che è davvero
importante, necessario, vitale. A questo scopo Sabrina lo invita ad
ascoltare e gustare solo il proprio esistere, senza altri pensieri o
sollecitazioni o percezioni sensoriali che lo condizionino
dall’esterno, tranne la certezza della presenza della stessa
Sabrina. Dopo di essa il ritorno alla luce e ai colori, con l’animo
e la mente ormai disposti a ricongiungersi, sempre tramite l’onda
azzurra (che pare essere allegoria della vita interiore), al proprio
vero corpo, quello di carne ed ossa, e a intraprendere il cammino
terreno con animo più puro e libero. (Massimo Valli)
Direi proprio che non c'era momento migliore di una primavera per proporre quest'opera, che ho avuto il privilegio immeritato di leggere in bozza. Un romanzo che si legge nell'intervallo di tempo che una persona dedica a prendere una boccata di ossigeno, ad accarezzare un filo d'erba di campo fresca di rugiada, ad abbracciare e lasciarsi abbracciare da un paesaggio dai colori intensi. Contrasto di luce e di non-luce, con poco spazio al passaggio sfumato. Ci ho colto una continua nitida consapevolezza di sé e di ciò che circonda il protagonista, un costante nominare i propri sentimenti e quelli degli altri, senza indulgenza e senza paura, come è proprio di un cammino verso la verità. La verità non si raggiunge se non dopo un instancabile allenamento ad essa negli istanti della quotidianità: un insieme di bugie su se stessi e gli altri non porta alla verità. Sembra scontato e banale, ma appare sano, direi "terapeutico", poterselo continuamente ricordare; e quest'opera sa farlo con semplicità, discrezione, puntualità, coraggio. Come una primavera!
RispondiEliminaGrazie Massimo!
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