Il boiaro, primo romanzo di C. Silvano
"L'onda azzurra. Viaggio nel mondo di Crio" è stato pubblicato a marzo 2014, mentre "Il boiaro", primo romanzo di Carlo Silvano è stato dato alle stampe nel 1989 e, poi, nel 2012. Ecco una recensione a "Il boiaro" a firma di Paolo Tomasulo.
Ci
sono alcuni eventi, nella storia dell'umanità, che sfuggono ad una
interpretazione netta e definita. Questo succede perché la portata
delle dinamiche in movimento è così estesa da renderne praticamente
impossibile la lettura contemporanea.
La
rivoluzione è uno di questi eventi: mutano gli assetti politici, si
alterano i giochi economici ed anche le conformazioni
socio-ambientali risentono di grandi mutamenti. La storia, non senza
difficoltà, cerca di ripercorrere i passi dei tanti percorsi
compiuti, puntando il suo fascio di luce, di volta in volta, sugli
innumerevoli aspetti coinvolti dal ciclone in corso.
Ma
la rivoluzione genera anche definitive trasformazioni nella vita di
ogni singolo individuo. Così tante, troppe esistenze vengono
duramente provate, ma al contempo scivolano inghiottite nell'oblio
che il macrocosmo storico impone per loro; sono troppo infinitesimali
per apparire agli occhi della storia; in questo modo si perdono
le
emozioni
di un'intera umanità che quasi sempre è stata la vera artefice del
moto rivoluzionario, e che per questo ha sovente pagato il prezzo
della propria stessa esistenza per arrivare a porgere, agli onori
della storia, perfino l'annullamento del proprio ricordo.
Carlo
Silvano, con il suo romanzo "Il
boiaro",
dà luce agli oscurati. Proietta la propria indagine proprio su
quell'umanità che le rivoluzioni porgono a margine, e ne scandaglia
le sensazioni, le emozioni, le paure, le viltà ed il coraggio.
I
personaggi creati da Carlo Silvano convivono in uno dei contesti più
tumultuosi che la storia conosca: la rivoluzione di ottobre.
L'autore
stravolge il ruolo che tradizionalmente la storia occupa.
Questa
volta le contestualità economiche, sociali e politiche hanno solo
un'azione di contorno, mentre il faro dell'indagine colpisce proprio
gli aspetti emotivi delle persone: ognuno ha una sua vita, che spesso
finisce per provare il sapore del dramma. Queste vite si incrociano,
si incontrano, si scontrano. Carlo Silvano riesce a donarci episodi
di toccante sensibilità, arrivando a comprendere la poliedricità
dell'animo umano e quindi mettendo in evidenza aspetti mai scontati e
per questo carichi di pathos emozionale.
Il
protagonista è Ivan, giovane boiaro, la cui esistenza è stata a
lungo protetta all'interno della propria fattoria, dove il suo ruolo
di capo indiscusso gli ha sempre consentito liberamente anche di
maltrattare i suoi contadini, ma perfino di condividere con loro una
serata di allegria; il tutto a suo più ampio piacimento.
La
rivoluzione conduce Ivan a compiere un duplice viaggio. Uno reale,
con l'intento di raggiungere la sorella Anastasia, ostacolato dalle
avversità delle rigide temperature russe; l'altro viaggio è
metafisico: Ivan, quindi, si confronta con una diversa realtà nella
quale i ruoli sono stravolti ed attraverso la stessa compie infinite
e costanti verifiche di autocoscienza.
Questa
duplice spirale in movimento è descritta da Carlo Silvano con grande
maestria. L'autore, come un musicista, riesce a produrre le giuste
note per condurre il lettore ad assaporare le immagini del bianco ed
esteso territorio della Grande Russia, ma contemporaneamente da voce
all'animo di Ivan e di tutti i protagonisti del romanzo.
La
musica che ne scaturisce permette al lettore di percorrere entrambe
le strade, non consentendo al lettore di scindere i due percorsi.
Si
giunge al termine della storia con la consapevolezza di aver vissuto
una storia importante: una storia fatta di persone!
Paolo Tomasulo (Fano)
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